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GREEN - La recensione di Roberta Pandolfi

11 May 21 di Roberta Pandolfi

Il ritorno alla musica dal vivo per l'Orchestra Filarmonica di Torino non poteva che avvenire sotto l'egida di GREEN, il concerto dell'11 Maggio presso il Conservatorio Verdi di Torino, con Silvia Careddu al flauto accompagnata dagli archi di OFT concertati da Sergio Lamberto.

Verde, come la natura in cui il Gardellino intona il suo canto melodioso, come l'esplosione brillante e luminosa del suono del flauto e come l'allegria di un concerto grosso di Händel, come il ritorno della primavera, un profumato e inebriante ritorno alla vita.

Silvia Careddu, eccellenza italiana nel mondo, in questa serata si confronta con tre lavori per strumento solista e orchestra. Il concerto op.10 n.3 detto Il Gardellino, di Antonio Vivaldi, è un caposaldo della letteratura flautistica, dal gusto squisitamente imitativo di questo gioioso canto.
Careddu lascia fluire la musica con l'eleganza e l'apparente semplicità che contraddistinguono una solista del suo calibro, regalandoci dieci minuti di pura delizia.
Nicola Campogrande con il suo Soffio Blu, composto nel 2006, dà spazio a un'atmosfera onirica e a un flautismo di natura impressionistica. La solista, ricalcando fedelmente le intenzioni del compositore, dirige e trascina l'orchestra in un ballo imprevedibile e nel contempo dipinge col suono uno spazio lasciato all'immaginazione. Un brano di sicuro fascino il Soffio Blu di Nicola Campogrande, di quelli per cui nessun detrattore della musica contemporanea oserebbe storcere il naso e del quale consiglio a tutti l'ascolto.
Il Concerto in re minore per flauto e archi H 425 di Carl Philip Emanuel Bach, altro immancabile brano nel repertorio di ogni flautista virtuoso che si voglia definire tale,mette in campo sia le più ardite prodezze strumentali sia numerosi momenti di espressività dei più diversi affetti, che lo proiettano di fatto al di fuori dell'orbita paterna e alla ricerca di un linguaggio nuovo.
Silvia Careddu riconferma con questo brano le sue pregevoli qualità strumentali in termini di bellezza del suono, espressività, articolazione e agilità.

Prima di lasciare il palco la solista regala al pubblico un breve bis, Syrinx di Claude Debussy, uno dei brani più significativi della letteratura per flauto, con il quale Silvia Careddu sembra voler tracciare una linea di congiunzione con Soffio Blu di Campogrande.

Il Concerto Grosso op.6 n.5 di Georg Friedrich Händel, brano volto all'intrattenimento gioiso, trae alcuni dei suoi temi da un suo lavoro precedente, la cantata Ode per il giorno di Santa Cecilia.
Cecilia, protettrice dei musicisti, non poteva fare miglior comparsa che in questo entusiastico ritorno alla musica dal vivo, dove il rapporto indissolubile tra l'emozione degli esecutori e quella del pubblico non sembra aver perso il suo valore in questo lungo inverno di distanze.
Ne esce invece rinvigorito e spinge i musicisti a dare il meglio di loro stessi mentre il pubblico ricambia con un'attenzione e un silenzio di antica memoria.
L'Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach, concessa dagli archi di OFT come bis, suggella con emozione una serata attesa fin troppo da tutti, lasciando la voglia di non perdersi più.

In collaborazione con la Scuola di Specializzazione post laurea in Beni Musicali dell’Accademia di Musica di Pinerolo.

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