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ASCOLTANDO GOLD - La recensione di Roberta Pandolfi

16 April 21 di Roberta Pandolfi

GOLD, il concerto di OFT trasmesso martedì 13 aprile, ha per protagonista il metallo più prezioso, nobile e senza tempo: l'oro. Ed è pensando proprio all'oro che dobbiamo immaginarlo come un tumulto musicale splendido ed esplosivo che si fa cornice di un quadro attraverso il quale osservare la musica di questa serata.

Il programma proposto è assolutamente singolare, non tanto per la scelta dei brani quanto per il loro accostamento, sicuramente funzionale all'immaginario dipinto dalla voce dell'attore Paolo Carenzo.

Il punto di partenza in questo viaggio dorato dentro la musica delle tre grandi B della musica tedesca di tutti i tempi è Bach con l'Arte della Fuga, la summa massima di tutto il sapere da lui accumulato nell'arco di tutta la vita riguardo questa forma compositiva.
Esposta con estrema linearità dall'orchestra, l'Arte della Fuga, più specificamente nel contrappunti I, IV e V, tratteggia con cura la cornice preziosa all'interno della quale posizionare gli altri autori e attraverso la quale osservarli con nuova luce.

I Liebeslieder Walzer op.52 di Brahms, proposti da OFT nella versione di F. Hermann, ben distanti dal rigore bachiano appena ascoltato ne condividono tuttavia la brevità e la necessità di esprimersi pienamente in una piccola struttura musicale cesellata con decisione da Sergio Lamberto, maestro concertatore della serata. È così che i 18 Lieder dischiudono tanti micro mondi completamente autosufficienti ma emotivamente superconnessi, come le voci dei contrappunti bachiani che vivono di vita propria all'interno di un meccanismo finemente intrecciato.

Ma è grazie a Beethoven che il quadro si completa attraverso l'unione di contrappunto ed espressività. La Grande Fuga op.133 è forse uno degli esempi più emblematici della produzione beethoveniana che, ormai libera da ogni dogma, esplora ancora una volta la fusione di mondi apparentemente inconciliabili. L'esecuzione degli Archi di OFT con piglio deciso ci conduce al finale di concerto, terminato prima ancora di iniziare e lasciandoci con la voglia di averne di più.

In collaborazione con la Scuola di Specializzazione post laurea in Beni Musicali dell’Accademia di Musica di Pinerolo.

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